curiosità stroriche padovane  1°

TESTIMONIANZE ARTISTICHE
(di Alessandra Griguolo)

È solo a partire dal Trecento che restano testimonianze di una precisa volontà di tramandare l’immagine urbana.

Si tratta, quasi sempre, di rappresentazioni puramente simboliche, di agglomerati fantastici di edifici, anche se spesso connotati da vivaci spunti realistici. I borghi compaiono invece alla metà del Quattrocento in uno dei documenti più antichi di questo tipo, " Padova e il suo territorio" attribuita a Francesco Squarcione, Rimane, in una dimensione simbolica, lontano dalla preoccupazione di descrivere il tessuto urbano per molto tempo, ma comincia ad offrire notazioni topografiche attendibili, in particolare per quanto riguarda gli edifici più significativi, le fortificazioni e la loro disposizione nella cinta cittadina e nel territorio e la loro relazione con l’idrografia verso il 1500. È un modo di rappresentare la città che resterà in auge piuttosto a lungo, questi stessi documenti sono ripresi nella veduta a volo d’uccello.

È comunque nel Cinquecento che si cominciano a incontrare anche in pittura riprese della città realizzate in modo attendibile.

Naturalmente la veduta non è ancora protagonista dell’immagine. Ma è principalmente la ragione militare a determinare un tipo di rappresentazione più precisa, si parte dall’accurato rilevamento delle acque interne ed esterne, che permette tuttavia di leggere esattamente l’assetto delle nuove strutture difensive bastionate, concluse nel 1546.

Si data al 1560 il primo tentativo di offrire una visualizzazione con elementi reali, lo osserviamo nello Scardeone, in un’anonima incisione di corredo vediamo apparire, nella forma ovale di un sigillo, in un contesto del tutto immaginario e in un assemblaggio casuale, le emergenze del Santo, del Castello, del Salone e alcune torri del centro.

È solo a partire dalla fine del Cinquecento che ci si avvia sulla strada di una rappresentazione attendibile. Il primo esempio in questo senso è la stampa che traduce su rame la pianta di Padova di Giuseppe Viola Zanini, architetto e trattatista.

Il tracciato cinquecentesco delle mura è attendibile, i quartieri sono resi attraverso aggregazioni reali per i singoli settori, verosimili per quanto riguarda la densità edilizia del momento, anche se basata su notazioni generiche; il tessuto viario è interrotto dalle emergenze dei monumenti principali colti a volo d’uccello e dai varchi delle piazze.

Va ricordato che è proprio nel Seicento che si impostano le prime vedute prospettiche  Nonostante la presenza di inesattezze e anacronismi cominciano a mettere a punto uno strumento atto ad assecondare gli intenti di precisione che caratterizzeranno il Settecento.

 

1560 – Autore anonimo.jpg     1729 – Veduta della città – Autore anonimo.jpg


1784 G B M  VALLE - Specoła.jpg        1840 – Autore anonimo.jpg


1842 – Autore G B CECCHINI – Giardino Treves.jpg     1842 – Autore G B CECCHINI – Macello.jpg


1842 – Autore G B CECCHINI – Piazza del Duomo.jpg     1849 – Padova a voło di uccello.jpg


1860 ca – Autore FRANCESCO BELLUCCO Sala Consiglio.jpg

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